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L’utilizzo del lavoro a chiamata da parte delle imprese

Sono stati diffusi il 26 agosto 2010, dall’Istati dati analitici sulla domanda di lavoro delle imprese italiane relativa alle posizioni con contratto di lavoro a chiamata (o lavoro intermittente o job-on-call) per gli anni dal 2006 al 2009. Vedi i dati.

Come si rileva dalla Tavola 3 – Posizioni lavorative medie dei dipendenti a chiamata per regione e per ripartizione territoriale. Anni 2007-2009 si rileva come nel 2009 le posizioni attivate quasi si raddoppiano rispetto ai precedenti primi due anni in esame. L’indagine evidenzia come il ricorso a questo istituto (previsto, come noto, agli artt.  33-40 del D.Lgs. 10 settembre 2003, n.276 – vedi anche su questo sito la pagina dedicata) è significativamente presente nel settore di attività Alberghi e ristoranti (con ben il 62,4% nel 2007, 62,7% nel 2008 e 59,9% nel 2009), seguito, a distanza, nel settore Istruzione, sanità, servizi sociali e personali e nel settore Commercio. Poco utilizzato nel settore Costruzioni (con ben il 2,3% nel 2007, 2,2% nel 2008 e 2,3% nel 2009). L’indagine poi rileva che Per effetto della differente quantità di ore lavorate nei diversi mesi, mentre le posizioni lavorative all’interno di ogni singolo anno sono sempre più numerose a dicembre, le Ula sono sempre più elevate in agosto. Interessante anche il dato relativo al numero delle ore pro capite mensili pari nel 2009 a 30,8.

In Sicilia risultano 764 posizioni lavorative nel 2007 pari all’1,2% sul complessivo di 63.430, 732 posizioni lavorative nel 2008 pari sempre all’1,2% su 60.815 e 1.516 posizioni lavorative nel 2009 pari all’1,4% sul complessivo di 111.068.

Dalla rassegna stampa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Corriere della Sera 10.9.2010 Il boom del lavoro a chiamata. Più di 100 mila posti nel 2009 di De Cesare Corinna e Sul podio Veneto, Emilia e Lombardia, C.D.C.